Convention Europea Carvin 2004: standing ovation!
Non mi ricordo quanti altri numeri la ottennero, ma sicuramente 2 o 3 al massimo.
E se la meritarono tutta! Credo, anzi, di sicuro è il numero di giocoleria più bello che abbia mai visto dal vivo.
Sono Roman Muller e Petronella e fanno coppia anche nella vita. Ho visto anche Roman insieme al suo contrabbassista (si chiamano Duo Tre, perchè quando prendono l'aereo sono in 2, ma pagano il biglietto anche per il contrabbasso... Bravissimi anche in questa formazione) alla EJC di Karlsruhe: è lì che ho conosciuto lui e me ne sono innammorato (in senso artistico, si intende!). Sono lui svizzero (parte tedesca) e lei di Monaco, ma parlano anche italiano. Infatti hanno frequentato la scuola teatrale di Dimitri il clown, nella svizzera italiana.
Non è un caso, quindi, che abbiate notato che sono molto teatrali. Ma vorrei far riflettere su quanto, nonostante questo, sia alto il livello tecnico di quel numero. Roman e Nella hanno studiato teatro insieme e con il diablo si sono allenati per conto loro di sera!
Quello trovato da Sel su You Tube è il video della versione lunga del loro spettacolo. Quando lo fanno su palco in convention è un po' più concentrato e i momenti più lenti e teatrali non riempiono così tanto il tempo. Ma se un numero fosse lungo anche solo 5 minuti ma pieno di tricks tecnicissimi e complicati, uno dopo l'altro, io credo che verrebbe a noia molto presto (oltre al fatto che sarebbe difficilmente eseguibile senza fare errori). Quello che fa dello spettacolo dei tr'espace un bello spettacolo è proprio che rendono Belli i loro trick, anche quando non sono affatto complicati. C'è da dire che tricks semplici eseguiti con una tale pulizia e coordinazione rispetto alla musica e al compagno diventano tecnicamente molto difficili (e li ho sempre visti sbagliare pochissimo). Se ve li rivedete più volte comincierete a cogliere quante finezze e invenzioni stilistiche ci sono ne loro numero!
Guardate il lavoro sull'utilizzo delle bacchette (avevate pensato a non usarle senza diablo?), sul movimento delle braccia, sulla copertura di tutti gli spazi a disposizione, sulla personalizzazione del numero...
Quello che mi ha colpito di Roman la prima volta che l'ho visto è che tutto quello che faceva era comunque bello: intanto è veramente uno dei pochissimi a ballare con 2 diabli, e indipendente dai gusti personali sul genere di danza che si preferisce è comunque da apprezzare; farei notare poi che la scelta dei tricks che propongono è sempre su cose chiare visivamente, ovvero che anche un pubblico di non giocolieri o di non diablisti può apprezzare. Effettivamente pure a me dicono poco i tricks cervellotici complicati e introversi con nodi magici difficili che a farli devi essere contorsionista. Non perchà© un trick ha un'esecuzione semplice da "comprendere" deve essere per forza facile. Che me ne frega però se faccio una cosa difficilissima se poi è brutta?? Sono un diablista ma trovo molti più numeri belli con altri attrezzi che con il diablo!
Il diablo è l'attrezzo che preferisco perchà© essendo attaccato a un filo mi permette di muovermi nello spazio portandomelo dietro con facilità . Eppure si vede troppo spesso gente che gioca nel suo metro quadrato e pensa solo a chiudere i tricks e non a come li svolge. Ognuno deve giocare come più gli piace, magari per sà© stesso senza pensare a un pubblico, ma se cercasse un po' di più il bello che il difficile...
Vi faccio un esempio: Roman stesso mi faceva notare quanto sia diventato alto il livello e la sperimentazione per i tricks con l'asse verticale. Ma secondo lui non si è compreso il potenziale del giocare di quel tipo di gioco: è stato rivoluzionario per il diablo, a parer suo, perchà© permette di spostarsi non più soltanto a destra e sinistra (come siamo costretti a fare con l'asse orizzontale) ma di coprire lo spazio in tutte le direzioni. Eppure si continua a vedere giocarci stando fermi sul posto!
Avrete notato che sono un po' di parte, ed è vero. Scusate se son stato prolisso, ma diciamo che glielo dovevo, come ringraziemento per quello che mi hanno fatto vedere e per quello che, senza saperlo, mi hanno insegnato.
Se vi interessa trovate un articolo che parla di loro su Juggling Magazine N.24