però vedi fausto, purtroppo ognuno ha il suo modo di vedere le cose, e soprattutto diverse necessita, io ho un pò l'amaro inbocca quando penso che non mi farebbe schifo andare in giro a far spettacoli per tutta la vita, perchè so che è una vita che mi piace, quando posso le "vacanze" me le faccio cosi, e resto sempre soddisfatto.
potrei aspirare a diventare bravo davvero, migliorare sempre più e vivere facendo quello che mi piace.

però, io personalmente, che ho mio fratello più piccolo che non sta bene, e che costa molto in medicine e cure, so che quando i miei non saranno più in grado di mantenerlo toccherà a me, e quindi so che dovrò arrendermi a un lavoro che magari non mi piace, ma che mi permetterà di avere stabilità economica, che mi dia un minimo di garanzie, e la certezza di riuscire a non fargli mancare nulla..

quindi, anche se si può essere felici pure senza soldi, è altrettanto vero che certe cose senza soldi non si possono proprio fare. e posso capire, forse senza condividere, che qualcuno mi dica che preferisce stentare un pò senza rinunciare a principi per lui importanti, ma quando nel nostro impuntarsi devono andare di mezzo per esempio i figli (per ricollegarmi al discorso di prima) allora forse è il caso di accantonare un pò l'orgoglio e "prosituirsi". e qui, mi trovo d'accordissimo con pixelink..

E tutto questo però non c'entra molto su "Gli artisti nascono rivoluzionari e muoiono servi dei padroni."

Chiaro che nella vita ognuno segue le proprie strade (per scelta o per costrizione) ma questa è la sfera personale, non riguarda il tema: artista che svende la sua arte "al padrone".
Può essere accusato di servilismo chi per problemi contingenti è costretto accettare lavori di merda?
O piuttosto si accusa di servilismo chi SCEGLIE lavori di merda solo ed esclusivamente perché rendono più soldi?

io credo sia un misto di tutto quanto, e ripeto che la mia era più che altro una provocazione, legata al titolo del video...

e credo che la sfera personale centri molto in tutto questo, pensate che un ragazzo di sinistra 30enne che magari ha i numeri per diventare il nuovo tolkien,e finisce a fare lo scrittore di professione per libero, o una rivista con un impostazione simile, perchè nonostante l'impegno e tuttigli sforzi non è riuscito ad emergere, dovrebbe finire sotto un ponte a fare la fame, perchè se accetta il lavoro a libero svende la sua arte e diventa un servo?

tralasciamo un attimo tutti i discorsi usciti in ste tre pagine, e andiamo al succo, con che dirittto, tu opinionista di youtube mi accusi di diventare un servo del padrone?

quindi, guge, io credo che in un certo senso non possiamo stilare una "classificazione" di chi è più schiavo e chi no.

ognuno avrà sempre i suoi motivi, e il suo modo di vedere la cosa..

ripeto, credo che il vissuto e la sfera personale di ognuno centri moltissimo con le scelte che fa.

siamo tutti persone, quindi la sfera personale centra in tutto quello che facciamo, ogni cosa.. i principi sono importanti ma se nella tua sfera personale hai dei problemi per la cui risoluzione devi andare contro principi e ideali, bè io ci vado...ci sono cose per cui non c'è principio che tenga.

E' questo il punto: perché scrivere per un determinato committente significa svendere la propria arte?
Potrebbe scrivere comunque un capolavoro per Libero, guadagnare soldi e rimanere un artista.

Svendere l'arte, per me, è "fare dell'arte" solo ed esclusivamente per denaro, senza badare in realtà a cosa di artistico ci sia nella propria opera.
Opere quindi create in modo "meccanico" senza sperimentazioni, crescite, "arte".
Quindi in questo caso il committente c'entra davvero poco, come c'entra poco quanto incasso.
Potrei essere un venduto (servo, prostituto, ecc) anche con uno spettacolo per pochi soldi fatto per un amico.

"opinionista di youtube".....
buahahahahaha è meglio o peggio di "opinionista di buona domenica"?

io "opinionista di g.org" ti dò qua sopra la definizione di "artista servo del padrone".

ok guge, questo posso gia più accettarlo, ma mi sembra che altri non accettino il compromesso, lavoro per uno stronzo mantenendo la mia integrità.

opinionista di youtube, o opinionista di buona domenica...quella di youtube credo aspiri a guadagnare quanto i furboni suoi pari che fanno gli opinionisti a buona domenica, tu almeno fai l'opinionista su g.org perchè ti interessa (credo).

boh..forse il rischio è quello del butterfly effect.
Ignora il committente tu che lo ignoro anche io, mangia merda tu che la mangio anche io e i principi piu' importanti cominciano ad allontanarsi finchè si perdono di vista.
Il cattivo non è piu' cattivo ma diventa prima accettabile e poi buono.
E' giusto dire che ognuno fa le sue scelte in base alla propria storia personale e quant'altro, ma questo non esula dal contesto.
Io agisco cosi' perchè la penso cosi' e mi devo prendere le mie responsabilità per le scelte che ho fatto. Accettare le critiche e valutare se cambiare o no.
Se io vado a fare una festa per la lega perchè ho bisogno di soldi, non mi pulisco la coscenza dicendomi che ho bisogno di soldi. Ho fatto delle scelte che mi hanno portato a scendere a compromessi e piegarmi ad accettare una cos ache in condizioni normali non avrei fatto.

quindi, se i nostri capi si drogano, siamo tossico dipendenti?

beh, al di la del gioco di parole,La teoria vorrebbe che se vuoi un mondo migliore, non dovresti limitarti a dire "è un drogato, cazzi suoi!" ma andare li e dirgli di smettere.

Ognuno deve fare la sua parte, senno' si resta i classici italiani che si lamentano sempre e non fanno un cazzo per cambiare le cose a meno che non gli si tocca il praticello.

sisi geppo, chiaramente era una battuta, però bho..io ripeto, mi sento gia soddisfatto se nel mio piccolo, magari comincio a cercare di inculcare un pò di serietà nelle persone con cui lavoro, rispetto per il cappello, professionalità e tutto il resto, sono sicuro che gia cosi, la considerazione che tanti hanno di noi, e di conseguenza il rispetto e la serietà con cui ci trattano migliorerebbe, dato che, il rovescio della medaglia è che molti si sentono giustificati dal fatto che essendo "artisti" gli è tutto concesso!

quindi prima di scagliarmi su come mi tratta la gente con cui lavoro, o come si comporta, preferisco cercare di intervenire sulla gente che fa il mio lavoro e lo fa male!
io non sarò un professionista da soleil, ma cerco di essere sempre il più serio e professionale possibile quando lavoro!

tutto dipende dalle scelte che uno fa e della vita che vuole vivere.

il mio esempio di poter vivere senza essere sempre e solo condizionati dal denaro è una scelta, come sarebbe una scelta avere moglie e figli e abbandonarli per poi vivere di utopie, o essere un arrampicatore sociale e vivere una vita di sotterfugi sempre pronti a fottere gli altri; sono scelte e punto.

non esiste un giusto e un sbagliato, magari se shakespeare non avesse abbandonato moglie e figli non ci avrebbe donato opere immortali, magari il benzinaio sotto casa mia se avesse abbandonato i suoi genitori anziani ora sarebbe miliardario. Con i "se" non si fanno le rivoluzioni, purtroppo uno fa le sue scelte e ne paga il relativo prezzo.

La frase che ho riportato di frap vale realmente oro colato, almeno secondo me, la quoto in pieno: i committenti possono essere quello che sono, ma ti danno l'opportunità di esibirti, sta a noi educarli, fargli capire che non siamo loro schiavi e, sopra tutto, loro portabandiera o, in qualche maniera, loro rappresentanti; la gente spesso non capisce che stiamo lavorando, mi è capitato sabato scorso a una notte bianca che un bambino mi ha chiesto: "ma sei povero?", io gli ho semplicemente spiegato la differenza che c'è tra chiedere l'elemosina e fare cappello, e il bambino mi ha ascoltato e compreso (almeno spero).

Come dice frap, bisogna intervenire su chi fa male quello che noi amiamo, a me è capitato e mi capita ancora che altri giocolieri o anche persone del pubblico mi diano consigli e critiche e ci rosico che sono uno estremamente permaloso, ma mi fa anche piacere, vuol dire che capiscono che lavoro e vogliono farmi notare mancanze ed errori.

Noi per primi dobbiamo educare la gente che non siamo "poveri" o punkabbestia, ma che siamo dei professionisti; quello che monta il palco o il tecnico del suono di qualche politico è visto come neutrale; noi che facciamo palloncini o animazione a qualche evento che non ci piace dobbiamo comunque mostrarci professionali, così che la gente ci apprezzi al di là dell'evento in corso

Questo sarebbe veramente rivoluzionario alla fine, far capire che un giocoliere è uno che sta li a lavorare e quindi deve essere rispettato e considerato in maniera adeguata.