Sono le due di notte, sono stanco, e quindi saro' molto breve.
Ho alcuni punti da dire, per favore sottintendete a tutti "secondo me", tranne quando esplicitamente indicato:
a) Un cazzaro[1], o meglio, un cazzeggione, e' qualcuno che non ha interesse e/o motivazione per investire del tempo e delle risorse in qualcosa. Giocoli quando non hai nulla da fare, senza pretese di migliorare o di progredire? Sei un cazzeggione. Giochi poco, ma scegli appositamente di dedicare del tempo libero alla giocoleria per migliorare e progredire? Non sei un cazzeggione. [2] Ovviamente la cosa e' molto semplificata, ma provate a riflettere sul significato della "voglia di crescere".
b) Quello che la stragrande maggioranza di giocolieri hobbysti, o non professionisti, o alle volte anche professionisti, non capisce e NON RIESCE A CAPIRE, e' che uno spettacolo non e' fatto di giocoleria, ma, per l'appunto, DI SPETTACOLO.
Il palco, il pubblico, l'esibizione, sono degli "strumenti", che hanno regole e tecniche tutte loro. E' assurdo e improponibile pensare di poter andare davanti a un pubblico, sbandierare la tecnica, e pretendere di essere apprezzati. Bisogna sapersi presentare, il che non vuol dire per forza montarci una storia o una coreografia su.
Esistono persone che per tutta una serie di motivi, sono "piu' belle" (in realta' preferisco il termine "piu' interessanti") a guardarsi, anche solo mentre sono in piedi. Queste persone possono salire su un palco e scaccolarsi, e la gente le applaudira'. Il resto di noi (mi ci includo) deve imparare a farlo. E' capitato anche a me di vedere gente venir applaudita per far due cazzate, ma mi e' capitato anche di vedere lo sborone di turno andare li', far vedere loro "come si faceva", e venire fischiato crudelmente, pur sapendo fare cose mostruosamente difficili. Motivo? Il primo sapeva presentarsi, il secondo no.
La "bellezza" di una presentazione puo' essere nel performer, o in qualcosa attorno a lui. Fa tutto parte della tecnica dello spettacolo: presenza scenica, improvvisazione, recitazione, danza, tecnica coreografica, scenografia, effetti speciali, musica. Se ho poca presenza scenica, ma compenso con gli effetti speciali (il fuoco), sono bello da vedere. Quanti film abbiamo visto fatti proprio cosi'?
Gli "effetti speciali" purtroppo fanno passare il resto molto in secondo piano, quindi se volete essere "piu' belli" di qualcun altro col fuoco, bisogna fare il salto di qualita'.
Che non si fa con la tecnica.[3]
Morale della favola: anziche' rosicare perche' gli incapaci vengono scelti dalle agenzie e "noi" no, chiediamoci perche'.
"Perche' gli incapaci lavorano tanto e guadagnano con le cazzate, e io che sono piu' bravo invece no?"
Perche' questi incapaci investono piu' risorse nel presentarsi, nel farsi piacere, per dirlo in breve: nel sapersi vendere. E spessissimo ci riescono, che sia in strada, sul palco o in agenzia, e riempiono il cappello molto piu' di chi, invece, perde il suo tempo a lamentarsi che "il pubblico non e' abbastanza educato a capire", e a pretendere che la loro tecnica venga apprezzata per quel che e'. Lo si puo' pretendere, e nemmeno sempre, vedi [3], da un altro giocoliere, ma non da un pubblico profano.
Chi vuole lavorare solo con la tecnica puo' andare a fare l'insegnante, e ricevera' tanto rispetto e tante soddisfazioni, lo dico per esperienza personale. Chi vuole fare spettacolo dovrebbe dimenticarsi di essere giocoliere, e imparare a fare spettacolo. Si puo' far spettacolo stando fermi a guardare una stufa, ed essere divertentissimi, mentre si puo' essere noiosissimi giocolando nove palline. Sid e Diablista in brianza li abbiamo visti in molti, ma non ricordo che abbiano fatto passing con 12 clave sinceramente.
c) Rivolto a chi pensa che ce ne si debba andare dall'Italia: lo pensavo anche io, tempo fa. Poi ho realizzato che il problema non e' l'italia, ne' nella musica, ne' nel ballo (quello che interessava a me all'epoca), ne' nella giocoleria, ne' nel resto. In tutto il mondo piace quello che diverte e intrattiene, la differenza e' che nel resto del mondo (USA soprattutto), per cultura, viene dato un enorme peso all'impegno che c'e' dietro alle cose. Quindi se in italia ti sei sbattuto 20 anni per fare qualcosa, non gliene frega niente a nessuno, altrove invece sei rispettato, anche se quel qualcosa che fai e' mediocre.
Devo scegliere? Preferisco l'italia, dove se faccio schifo me lo viene detto in faccia (anche se non sempre).
Rember: se quello che faccio non piace, e' perche' non sono (ancora) in grado di valorizzarlo, non perche' chi mi guarda e' idiota.[4]
Concludo con un'impressione: come mai in thread come questo si ricade sempre nelle frecciatine che tirano fuori rancori piu' o meno sopiti e cattiverie piu' o meno velate? Credo che farebbe bene a tutti essere trasparenti e dirsi le cose di persona appena possibile, anziche' aspettare l'occasione di azzannarsi alle spalle a vicenda. Ma non vorrei essere polemico!
Just my two cents,
Fabio.
(all'anima del breve!)
PS: Max Respect per Geppo, che e' vecchio, ciccione e ubriacone, ma e' omo di sostanza e intelligenza, e per Bucket, che nonostante sia un nerd cazzaro che non lava i piatti, sa il fatto suo e ci manda a casa tutti.
[1] Cazzaro e' colui che dice cazzate, cioe' che fa del mentire la sua attivita' principale. In romanaccio, almeno.
[2] Busk e' un cazzeggione
[3] Non con il pubblico profano, almeno, e a volte nemmeno col pubblico educato, Gatto prova vivente di cio'. Quanti giocolieri conoscete che trovano noiosi i suoi video, alla lunga? Tanti.
[4] C'e' un'eccezione: se non e' il pubblico ad aver scelto me, ma io che mi sono imposto sul pubblico. Le persone che vanno al teatro, o al cinema, o che si fermano per strada a guardarmi, sono tutte persone che VOGLIONO essere intrattenute. Se fallisco, e' colpa mia. Se invece vado dalla vicina di casa 90enne, o dalla 17enne misantropa, e non piaccio, mi viene dato del barbone, del pezzente, mi si dice di andare a lavorare... E' sempre colpa mia, perche' sono andato da persone che non apprezzeranno quello che faccio per partito preso, per pregiudizio.
Una pomeriggio, un mio caro amico mi chiese se io avessi un metodo di allenamento. Gli risposi di no. Mi disse che invece avrei fatto bene ad averlo, perche' aiuta a crescere e a migliorare. Gli dissi che non ce l'avevo, ma che mi andava bene cosi', perche' in fondo non ero un giocoliere, a differenza di lui. Mi chiese perche' non mi consideravo un giocoliere. Risposi proprio questo: "Perche' a te interessa crescere, migliorare, progredire ed evolverti nella giocoleria, ci investi risorse e passione. Io no."